31 famiglie del quartiere Tamburi di Taranto devono restituire un totale di 155.000 euro alla famiglia Riva, che in passato era proprietaria dell’ex Ilva. Ogni famiglia coinvolta deve restituire 5 mila euro. Questo contenzioso riguarda i danni causati dalle emissioni dell’acciaieria, che da decenni è al centro di un delicato equilibrio tra produzione industriale, salute e ambiente
31 famiglie del quartiere Tamburi di Taranto devono restituire un totale di 155.000 euro alla famiglia Riva, che in passato era proprietaria dell’ex Ilva. Ogni famiglia coinvolta deve restituire cinquemila euro. Questo contenzioso riguarda i danni causati dalle emissioni dell’acciaieria, che da decenni è al centro di un delicato equilibrio tra produzione industriale, salute e ambiente.
Le famiglie avevano ottenuto una somma anticipata, chiamata provvisionale, attraverso il Codacons. Questa somma era stata stabilita da un giudice e corrisposta prima della definizione finale dell’importo totale al termine del processo legale. Tuttavia, dopo che i fratelli Fabio e Nicola Riva hanno presentato una richiesta di decreto ingiuntivo, il giudice ha accolto il loro ricorso e ha ordinato la restituzione dei 155.000 euro.
La decisione è stata influenzata dal trasferimento del processo penale denominato “Ambiente svenduto” da Taranto a Potenza. La Corte d’Assise d’Appello ha notato la presenza di due giudici onorari tra le parti civili, i quali erano in servizio come magistrati durante il periodo in cui si sono verificati i reati contestati agli imputati. Questa situazione ha portato all’annullamento della sentenza di primo grado, che nel 2021 aveva portato a 26 condanne, comprese quelle a 22 e 20 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva per disastro ambientale.
Ora, oltre alle condanne penali, i due ex proprietari dell’Ilva riavranno anche i 155.000 euro che erano stati assegnati alle famiglie per i danni derivanti dall’inquinamento dell’acciaieria. Questo episodio rappresenta un altro capitolo della complessa storia dell’ex Ilva, che è stata inizialmente controllata dallo Stato e poi privatizzata nel 1995 con la vendita ai Riva. Da allora, la situazione è passata attraverso vari processi legali per danni ambientali fino all’ingresso di ArcelorMittal e all’attuale commissariamento tramite amministrazione straordinaria.
Il Codacons ha annunciato che intende continuare a combattere per questa causa: “Andremo fino in fondo”, ha dichiarato l’associazione. Inoltre, hanno sottolineato che “nel 2021 il gruppo Riva ha registrato un fatturato di 4,32 miliardi di euro” e sperano in una decisione giusta da parte della Cassazione.
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