Da quali paesi l’Italia vuole importare il gas?

L’Italia importa dall’estero 72,75 miliardi di metri cubi di gas naturale e 9,97 miliardi di gas naturale liquefatto (Gnl)

Da quali paesi l'Italia vuole importare il gas?
Da quali paesi l’Italia vuole importare il gas? L’Italia importa dall’estero il 95,6% del gas che utilizza. Percentuale che corrisponde a 72,75 miliardi di metri cubi di gas naturale e 9,97 miliardi di gas naturale liquefatto (Gnl).

Nel 2021, dalla Russia ha acquistato il 38,2% del gas (pari a 29,07 miliardi di metri cubi di gas naturale). Quindi, la Russia è il nostro principale fornitore. Inoltre, è un trend in crescita perché nel 2012 l’Italia acquistava dalla Russia circa il 30% di gas, poi nel 2015 addirittura il 44%.

Gli altri paesi fornitori di gas sono: Algeria (27,8%), Azerbaijan (9,5%), Libia (4,2%), Qatar (13,1% di di Gnl), Norvegia e Paesi Bassi (2,9%).

Sono migliori della Russia?

L’Algeria non sembra essere un campione di democrazia e di diritti umani, l’Azerbaijan è protagonista della guerra del Nagorno-Karabakh del 2020, la Libia è in preda a continue violenze, e il Qatar ha fomentato e finanziato negli anni numerosi gruppi terroristici islamici.

Cosa sta facendo il governo italiano?

Il 14 febbraio il premier Mario Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi il vice-primo ministro del Qatar, Mohammed Al Thani, e ha discusso con lui di “collaborazione energetica“. Il Qatar è uno dei principali esportatori al mondo di gas liquefatto (Gnl). Il GNL qatariota che giunge in Italia viene rigassificato al terminale di Adriatic LNG a Rovigo. Il ministero della Transizione ecologica ha autorizzato l’aumento della capacità di rigassificazione dell’impianto, che verrà portata dagli attuali 8 a 9 miliardi di metri cubi all’anno.

Il 28 febbraio il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è andato in Algeria alla ricerca di forniture aggiuntive di gas. Il gas algerino arriva in Italia attraverso il gasdotto TransMed. Secondo le stime di Platts Analytics, nel 2022 l’Algeria potrà fornire all’Europa altri 7 miliardi di metri cubi di gas attraverso principalmente il TransMed.

Martedì 8 marzo il premier Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Hanno parlato del “rafforzamento della cooperazione bilaterale, in particolare nel settore energetico“. Nel 2021, il TAP (il gasdotto di riferimento) è entrato in funzione a fine 2020 e l’Azerbaigian ha contributo alle importazioni italiane di gas con una quota del 10%. La capacità del TAP è di 10 miliardi di metri cubi all’anno, espandibile fino a 20 miliardi. Allo stato attuale il TAP può garantire all’Italia 8 miliardi di metri cubi di gas.

Il 10 marzo il premier Mario Draghi ha parlato anche con il presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso, di maggiore cooperazione sull’energia. In Congo è attiva l’Eni, che nel 2020 ha prodotto 18 milioni di barili di petrolio e condensati e 1,4 miliardi di metri cubi di gas. Eni avrebbe intenzione di attivare nel 2023 un progetto sul gas liquefatto in Congo, nel blocco Marine XII. Secondo stime, il sito raggiungerà una capacità di liquefazione di quasi 2 milioni di tonnellate all’anno. Il gas verrà destinato sia al consumo congolese, sia all’esportazione in forma di GNL.

L’Italia deve per forza acquistare il gas da altri paesi?

Secondo i dati aggiornati al 2021 del ministero dello Sviluppo economico, l’Italia estrae il 4,4% del gas che consuma: significa che produciamo 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale, ma ne utilizziamo 76,1 miliardi.

I giacimenti di gas sono attualmente 1.298 ma in 752 (per via della legge 133 del 2008 che serve ad evitare che si abbassi il livello del suolo, fenomeno noto come “subsidenza” e che provoca anche il crollo degli argini) è vietata l’estrazione di gas (soprattutto nell’area dell’Adriatico settentrionale, in cui si stima che possano esserci fra i 30 e i 40 miliardi di metri cubi di gas).

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